
Come è cambiato il lavoro con la pandemia?
“Moltissimo. Non ci siamo mai fermati, abbiamo utilizzato tutte le misure di prevenzione e limitazione e il nostro lavoro si è, in qualche modo, intensificato per rispondere alle aumentate esigenze dei cittadini. La nostra utenza è molto varia: dagli agricoltori ai lavoratori, ai disoccupati. In questo periodo i problemi legati alla coesione sociale sono in prima linea: continuano ad aumentare le richieste di aiuto per questioni di lavoro, pensioni, sussidi e pratiche varie, compresa l’immigrazione. Il patronato, ancor di più in questo periodo di difficoltà, ha un volto umano. Non solo risolviamo i problemi, ma siamo diventati anche confidenti dei nostri utenti, soprattutto anziani, che ci interpellano per questioni strettamente legate alla famiglia”.
Per quali pratiche i cittadini si rivolgono più comunemente a voi?
“Prima avrei risposto senza esitazione disoccupazione e pensioni. Gli effetti del Covid hanno avuto una ricaduta forte sull’economia della famiglie; questo si è tradotto nell’aumento delle richieste dei cittadini e delle domande da parte di utenti extra-comunitari. I vari provvedimenti emanati non sono sempre di semplice comprensione e gli utenti sono incerti e non hanno chiara la strada da intraprendere. Siamo qui per risolvere le loro difficoltà, offrendo senza spese la nostra consulenza e assistenza per accedere ai vari bonus, al Rem ecc.”